29.11.2024

La cerimonia di inaugurazione del Museo Byron e del Risorgimento

Il 29 ottobre 1821 Lord Byron lasciava definitivamente Ravenna per la Toscana e poi la Grecia: oggi, a duecento anni di distanza, ha fatto simbolicamente ritorno a casa con l’inaugurazione del Museo Byron e del Risorgimento, fortemente voluto, sostenuto e realizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.

Diverse centinaia di persone, tra autorità, ospiti e visitatori, hanno preso parte oggi al Teatro Alighieri prima ed a Palazzo Guiccioli poi alla cerimonia di inaugurazione del Museo Byron e del Risorgimento. La giornata è stata aperta dagli interventi del Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e dell’Italian Byron Society Ernesto Giuseppe Alfieri, del Presidente del Gruppo Bancario La Cassa di Ravenna e ideatore del Museo Antonio Patuelli, dal Presidente della Regione Emilia Romagna Michele De Pascale, dal professor Sandro Rogari, docente di storia contemporanea all’Università di Firenze e componente del Comitato scientifico del Museo e dal professor Diego Saglia, Vicepresidente dell’Italian Byron Society e docente di letteratura inglese all’Università di Parma. ‘E’ ben noto che Byron abitò a Ravenna _ ha detto Patuelli _ per seguire l’amata Teresa Gamba Guiccioli. Ma Appena arrivò a Ravenna andò subito alla tomba di Dante dove, con grande emozione, trovò ispirazione e meditazioni, Byron a Ravenna trovò casa, affetti, la foresta pinetale cantata dai grandi poeti italiani, e in particolare trovò la tomba di Dante, fonte di forti ispirazioni. Byron risentiva fortemente delle aspirazioni di liberà suscitate dalla rivoluzione americana e da quella francese. Fra Dante e Byron corre un nitido collegamento culturale: Byron, nel corso del suo soggiorno ravennate, dal giugno 1819, compose quattro canti, in stile simil dantesco, intitolati La profezia di Dante. L’opera fu pubblicata nel 1821 e rappresenta un Dante romanzato che, dopo aver completato la Divina Commedia e vicino alla morte, predica (‘la profezia’) il futuro dell’Italia, descritta come divisa e meritevole di libertà e indipendenza. Byron si identifica con Dante e fa esprimere all’Alighieri i propri sogni di libertà per l’Italia. Quest’opera _ continua Patuelli _ gli venne sollecitata dalla sua giovane amante e musa ravennate, Teresa Gamba Guiccioli, a cui Byron dedicò ‘La profezia’, che inizia con la descrizione della durezza dell’esilio di Dante, visto come martire, viene coniugato da Byron , identificato in Dante, con l’aspirazione alla libertà. Anche Byron era un esule dalla sua Inghilterra lasciata nel 1816. La profezia di Dante è quindi un inno alla libertà, all’indipendenza ed all’unità d’Italia, ostacolata dalle faziosità e dalle divisioni interne. Era certamente un’opera eversiva in quel tempo, anche se impersonata da Dante’.

‘Oggi è un giorno che ricorderemo a lungo _ ha detto il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Ernesto Giuseppe Alfieri _, perché quello che era un sogno nato tanti anni fa diventa realtà. Un sogno lontano che prese corpo dall’amico Antonio Patuelli e dall’allora presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Lanfranco Gualtieri: Donatino Domini aveva appena celebrato il bicentenario della nascita di Byron con una mostra alla Biblioteca Classense e da lì scattò la scintilla, l’intuizione, di restituire al mondo Palazzo Guiccioli, il teatro di tanta storia e di tante storie, che incrociano il Risorgimento e Byron, la letteratura e l’arte, i grandi ideali di libertà e la storia dell’Europa.

Quel sogno non solo è diventato realtà, ma è diventato una realtà straordinariamente moderna, internazionale e attrattiva.

Moderna perché la convezione del Museo, grazie a tecnologie futuristiche, fa del visitatore il vero protagonista del Museo, trascinandolo in una realtà immersiva e sensoriale, in cui spazi e suoni, realtà aumentate e interazioni dirette, lo fanno entrare concretamente nei salotti dell’Ottocento, quasi a dialogare con i personaggi di quell’epoca che gli vengono incontro.

Ma è moderno anche nella concezione, nel recupero funzionale di ambienti che erano in stato di forte degrado, e che grazie ad una lettura emozionale degli spazi e della loro storia, regalano al visitatore un viaggio esperienziale straordinario, in cui l’emozione dei cimeli e dei luoghi incrocia la fascinazione del racconto multisensoriale’.

Il Presidente della Regione Emilia Romagna ed ormai ex sindaco di Ravenna Michele de Pascale ha ricordato come ‘ al di là dello straordinario valore culturale del Museo, il recupero architettonico di Palazzo Guiccioli è, assieme a quello di Palazzo Rasponi, uno dei grandi interventi importanti che cambiano l’intera percezione e l’immagine della città’.

Per la Fondazione Spadolini Nuova Antologia erano presenti il Presidente Cosimo Ceccuti e la nipote di Giovanni Spadolini, Maria Renata, mentre la Fondazione Craxi era presente con Stefania Craxi ed il direttore generale Carnovale: le due fondazioni mettono a disposizione i preziosi cimeli del Risorgimento.

Erano presenti i vertici delle banche che compongono il Gruppo La Cassa di Ravenna: oltre al Presidente del Gruppo, Antonio Patuelli, il Presidente della Banca di Imola Giovanni Tamburrini, il Presidente del Banco di Lucca e del Tirreno Sergio Ceccuzzi, il Direttore Generale del Gruppo La Cassa di Ravenna Nicola Sbrizzi, il Vicedirettore Vicario Alessandro Spadoni, la Vicedirettrice Miriam Lazzari.

Il Museo Byron e del Risorgimento è aperto sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre per le visite gratuite di chi si è prenotato online: lunedì apre anche la biglietteria, mentre la Taverna Byron aprirà venerdì 7 dicembre.

Ravenna, 29 novembre 2024

 

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