Monete da collezione

La raccolta di monete antiche della cassa

APPOSITAMENTE RICONIATE, SONO RIPRODUZIONI DI ALCUNI RARI E PREGIATI ESEMPLARI CHE E' POSSIBILE ORDINARE PRESSO TUTTE LE FILIALI DE LA CASSA DI RAVENNA SPA.

RIPRODUZIONI DI RARI E PREGIATI ESEMPLARI, APPOSITAMENTE RICONIATE, ORDINABILI IN TUTTE LE FILIALI.

LA RACCOLTA DI MONETE ANTICHE DELLA CASSA

APPOSITAMENTE RICONIATE, SONO RIPRODUZIONI DI ALCUNI RARI E PREGIATI ESEMPLARI E SONO ORDINABILI IN TUTTE LE FILIALI DE LA CASSA DI RAVENNA S.P.A. Le condizioni di vendita sono esposte in tutte le filiali de La Cassa di Ravenna e riportate in fondo alla presente pagina.

SOLIDO AUREO (426 d.C.)

 

 

 

Il 16 aprile 1895 ha luogo l’inaugurazione della sede centrale del nostro Istituto di Credito. Per celebrare il centenario, la Cassa di Risparmio di Ravenna SpA ha realizzato la riproduzione di una preziosa moneta: il solido Aureo coniato nel 426 d.C. dalla Zecca di Ravenna, Capitale dell’Impero Romano d’Occidente. Il solido Aureo è custodito presso il Museo Nazionale di Ravenna.

Diritto: effige dell’Imperatrice Galla Placidia (394/450), reggente dal 425 al 437 in nome del figlio Valentiniano III; attorno, la scritta “DNCALLAPLA/CIDIAPFAUC” significa “Domina Nostra Galla Placidia Pia Felix Augusta”;
Rovescio: Vittoria stante che tiene a crux hastata gemmata; attorno, la scritta “VOTXX/MULTXXX” è la formula beneaugurate di prosperità; R e V indicano la Zecca di Ravenna, mentre COMOB segna le emissioni auree.

 

 

1 SCUDO (1839)

 

 

 

Riproduzione in argento 925/1000, seconda emissione del 1839 - gr. 26,898 - diametro 38 mm., contorno rigato.

Nell’anno 1838, alcuni benemeriti Ravennati, promuovono una pubblica sottoscrizione e costituiscono la Cassa di Risparmio.
Nel mese di dicembre del 1839, il pontefice, Gregorio XVI, approva l’istituzione della Società. Il 1° marzo del 1840, la Cassa di Risparmio di Ravenna apre ufficialmente alla città la propria residenza, situata in via Alfredo Baccarini, al pianterreno del c.d. Palazzo di Classe, oggi sede della Biblioteca Classense.
Per celebrare la ricorrenza, la Cassa di Risparmio di Ravenna SpA ha riprodotto uno dei rari e pregiati esemplari delle monete pontificie, utilizzate dai Soci Fondatori per le schede da cento azioni ciascuna, del valore di venti scudi romani dell’epoca.

Diritto: busto a sinistra, con zucchetto, mozzetta e stola; attorno, la scritta “GREGORIVS.XVI. PON. M. A. IX” (9° anno del pontificato); sotto il busto, il segno di zecca R. e CERBARA
Rovescio: il valore e la data, in due righe, entro rami d’ulivo.

 

 

20 LIRE (1861)

 

 

 

Riproduzione in oro 750/1000 - gr. 6,45 - diametro 20,5 mm.

Il 17 Marzo 1861, 1° giorno di vita dell’Italia unita, veniva emanato da Vittorio Emanuele II il decreto che riconosceva “la Cassa di Risparmio in Ravenna fondata da una società di private persone” e confermava che essa era “ben distinta dalle Opere Pie, e perciò non soggetta alle Leggi e Disposizioni vigenti per le medesime”; veniva così sancita dal Regno d’Italia la natura privata della Cassa di Risparmio di Ravenna.
Luigi Carlo Farini, Governatore delle “Regie Provincie dell’Emilia”, con decreto del 17 gennaio 1860, autorizzava le “nuove monete d’oro e d’argento da coniarsi nella Regia Zecca di Bologna”. Nasceva, così, la brevissima serie di monete, coniate in Bologna ed in Firenze, che avrebbe preso in nome di “Vittorio Emanuele II Re eletto”: entrambe le Zecche cessarono la loro attività nell’anno seguente. La Cassa di Risparmio di Ravenna SpA, in ricordo del riconoscimento avuto dallo Stato Italiano, fin dal suo nascere, ha pertanto deciso di riconiare queste monete, in circolazione proprio in quel 1861.

Diritto: testa nuda a sinistra; sul taglio del collo le iniziali D.B. dell’autore, Domenico Bentelli; attorno, la scritta “Vittorio Emanuele II” e, nel basso, la data 1860.
Rovescio: nel campo il valore, in due righe, entro semicorona d’alloro; attorno, la scritta “Regie Provincie dell’Emilia”; e, nel basso, B, segno della Zecca di Bologna.

Le “20 lire”, monete della più alta rarità, presentano una particolare caratteristica: esse non furono coniate nel 1860, bensì nel 1861 con i punzoni allestiti con l’impronta dell’anno precedente.

 

 

5 LIRE (1861)

 

 

 

Riproduzione in argento 925/1000 - gr. 25 - diametro 36,5 mm.

Il 17 Marzo 1861, 1° giorno di vita dell’Italia unita, veniva emanato da Vittorio Emanuele II il decreto che riconosceva “la Cassa di Risparmio in Ravenna fondata da una società di private persone” e confermava che essa era “ben distinta dalle Opere Pie, e perciò non soggetta alle Leggi e Disposizioni vigenti per le medesime”; veniva così sancita dal Regno d’Italia la natura privata della Cassa di Risparmio di Ravenna.
Luigi Carlo Farini, Governatore delle “Regie Provincie dell’Emilia”, con decreto del 17 gennaio 1860, autorizzava le “nuove monete d’oro e d’argento da coniarsi nella Regia Zecca di Bologna”. Nasceva, così, la brevissima serie di monete, coniate in Bologna ed in Firenze, che avrebbe preso in nome di “Vittorio Emanuele II Re eletto”: entrambe le Zecche cessarono la loro attività nell’anno seguente. La Cassa di Risparmio di Ravenna SpA, in ricordo del riconoscimento avuto dallo Stato Italiano, fin dal suo nascere, ha pertanto deciso di riconiare queste monete, in circolazione proprio in quel 1861.

Diritto: testa nuda a destra, sul taglio del collo il nome dell’autore, Ferraris; attorno, la scritta “Vittorio Emanuele II” e, nel basso, la data.
Rovescio: stemma di Savoia coronato e fregiato del collare della SS. Annunziata entro due rami d’alloro; attorno, la scritta “Dio protegge l’Italia” e, nel basso, il valore con, a destra, “Bologna”.

 

 

1/2 BAIOCCO (1849)

 

 

 

Riproduzione in oro 750/1000 - gr. 8 - diametro 23 mm.

Nel novembre del 1848, a seguito dell’assassinio del Ministro Costituzionale Pellegrino Rossi, il Pontefice fuggì a Gaeta. A Roma le Camere elessero una giunta provvisoria di Governo che indisse le elezioni per una Assemblea Costituente. Il 9 febbraio 1849 la Costituente decretò la nascita della Repubblica Romana. Il 29 marzo, sotto la minaccia di un duplice attacco austriaco e francese, furono attribuiti pieni poteri ad un triumvirato composto da Mazzini, Armellini e Saffi. Giuseppe Garibaldi fu il comandante militare della Repubblica Romana. Sotto i ripetuti attacchi dell’esercito francese, Roma capitolò il 30 giugno 1849.

Diritto: aquila su fascio, entro corona di quercia; attorno, la scritta “Dio e popolo”; sotto, segno di zecca e N.C..
Rovescio: entro cerchio di perline, in due righe, il valore; attorno, la scritta “Repubblica Romana”; nel basso, la data tra due stellette.

La moneta originale era realizzata in rame 950/1000 - gr. 5 - diametro 24 mm.

 

 

3 BAIOCCHI (1849)

 

 

 

Riproduzione in argento 925/1000 - gr. 31 - diametro 37 mm.

Nel novembre del 1848, a seguito dell’assassinio del Ministro Costituzionale Pellegrino Rossi, il Pontefice fuggì a Gaeta. A Roma le Camere elessero una giunta provvisoria di Governo che indisse le elezioni per una Assemblea Costituente. Il 9 febbraio 1849 la Costituente decretò la nascita della Repubblica Romana. Il 29 marzo, sotto la minaccia di un duplice attacco austriaco e francese, furono attribuiti pieni poteri ad un triumvirato composto da Mazzini, Armellini e Saffi. Giuseppe Garibaldi fu il comandante militare della Repubblica Romana. Sotto i ripetuti attacchi dell’esercito francese, Roma capitolò il 30 giugno 1849.

Diritto: aquila su fascio, entro corona di quercia; attorno, la scritta “Dio e popolo”; sotto, segno di zecca e N.C..
Rovescio: entro cerchio di perline, in due righe, il valore; attorno, la scritta “Repubblica Romana”; nel basso, la data tra due stellette.

La moneta originale era realizzata in rame 950/1000 - gr. 25 - diametro 37,5 mm.

 

 

SOLIDO AUREO DI GIUSTINIANO

 

 

 

Riproduzione in oro 750/1000 - gr. 4,70

Coniato dalla Zecca di Costantinopoli, presumibilmente fra il 527 ed il 538 d.C.

 

 

5 LIRE (1808)

 

 

 

Riproduzione in argento 925/1000 - gr. 24,90 - diametro 37 mm.

Coniata dalla Zecca di Bologna, battuta dal Regno d’Italia, si tratta della prima moneta in lire che ha circolato in Romagna.

Diritto: testa nuda a destra; attorno, la scritta “Napoleone Imperatore e Re”; nel basso, la data.
Rovescio: stemma napoleonico; attorno, la scritta “Regno d’Italia”; nel basso, il valore.

 

 

SCUDO 1797 III TIPO O 10 PAOLI

 

 

 

Riproduzione in argento 925/1000 – gr. 28 – diametro 40 mm.

Coniato dalla Zecca delle Municipalità di Bologna nel luglio 1797 durante il Governo Popolare della Repubblica Cisalpina.

Diritto: immagine della Madonna.
Rovescio: scudo del 1797 di III tipo con scritta “Populus et Senatus Bonon”

 

 

GABELLONE (1529)

 

 

 

Riproduzione in argento 925/1000 - gr. 12,5 - diametro 24 mm.

Coniata sotto il pontificato di Clemente VII dalla Zecca di Bologna, in occasione di una gravissima carestia, accompagnata da pestilenza, utilizzando oro e argento, vasellame e suppellettili preziosi offerti da laici ed ecclesiastici, da confraternite e da conventi, in particolare dal Convento dei Domenicani, che offrirono gli arredi della loro chiesa.

Diritto: busto di San Petronio con la città di Bologna ed il pastorale e, sotto, lo stemma di Bologna.
Rovescio: cane accucciato a destra con torcia in bocca (simbolo dei Domenicani) e scritta su sette righe in latino.

 

 

SCUDO ROMANO (1795)

 

 

 

Riproduzione in argento 925/1000 - gr. 26,10 - diametro 40 mm.

Diritto: stemma a targa sormontato da tiara e chiavi.
Rovescio: santo seduto sulle nubi.

 

 


CONDIZIONI DI VENDITA

SOLIDO AUREO (426 d.C.)

DEL 1995

ORO

€ 360,00

1 SCUDO (1839)

DEL 1996

ARGENTO

€ 90,00

20 LIRE (1861)

DEL 1997

ORO

€ 460,00

5 LIRE (1861)

DEL 1997

ARGENTO

€ 90,00

1/2 BAIOCCO (1849)

DEL 1998

ORO

€ 580,00

3 BAIOCCHI (1849)

DEL 1998

ARGENTO

€ 90,00

SOLIDO AUREO DI GIUSTINIANO

DEL 2000

ORO

€ 370,00

5 LIRE (1808)

DEL 2001

ARGENTO

€ 90,00

SCUDO 1797 III TIPO O 10 PAOLI

DEL 2004

ARGENTO

€ 100,00

GABELLONE (1529)

DEL 2004

ARGENTO

€ 90,00

SCUDO ROMANO (1795)

DEL 2005

ARGENTO

€ 100,00