29.11.2011

Dedicato ad alberto bardi il tradizionale calendario del 2012

E’ dedicato a Alberto Bardi (Rignano sull’Arno, 8 ottobre 1918 – Roma, 29 luglio 1984) il tradizionale calendario del 2012 promosso, come è tradizione, dalla Cassa di Risparmio di Ravenna Spa e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.


La presentazione di Franco Gàbici delinea un profilo biografico dell’artista di origine toscana, ma d’adozione ravennate, poiché la sua famiglia si trasferì a Mezzano dove il padre dirigeva l’Azienda Agricola Spalletti, dove compì gli studi fino a conseguire la “maturità” al Liceo Scientifico Alfredo Oriani.


Alberto Bardi intraprese gli studi di ingegneria a Roma che però fu costretto a interrompere per lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Nel settembre del 1943 si unì alle formazioni partigiane nelle quali assunse importanti responsabilità. Aderì, inoltre, al Comitato di Liberazione Nazionale, del quale farà parte anche Benigno Zaccagnini, che si riuniva in casa sua a Mezzano, in via Carrarone Chiesa.
Bardi affinò le sue innate qualità artistiche durante il breve soggiorno romano e riprese a dipingere dopo la Liberazione. Negli anni dell’immediato dopoguerra frequentò a Ravenna lo studio del pittore Teodoro Orselli e diventò insegnante nella nostra Accademia.


Formatosi artisticamente sotto l’influenza di Cezanne e del cubismo, i suoi primi lavori rappresentano soprattutto fabbriche e grandi complessi industriali. Nel 1961, poi, Bardi si trasferì definitivamente a Roma dove dal 1967 al 1984 diresse la “Casa della cultura”, una esperienza che determinerà una svolta importante nella sua parabola artistica. Sempre alla ricerca di nuove tecniche espressive, Bardi continuò a dipingere, alternando opere astratte ad altre figurative. Abbandonò l’olio per passare alle tempere e agli acrilici e nel 1967 il suo itinerario artistico potè dirsi concluso con la mostra alla galleria “Il Girasole”, dove l’artista espose l’ultima serie di opere nella quale “la figura è ancora presente, seppure costruita e cancellata in gesti e segni che si ritroveranno nelle opere astratte successive”.


La sua appassionata ricerca di diverse forme espressive è ben riassunta dallo stesso autore….
“…dipingere rimane un modo segretissimo e personale di filosofare lavorando. In esso il rapporto con la struttura sociale e mondana non può rivelarsi per richiami diretti, ma il ‘filosofare’ consiste proprio in un continuo rapportarsi ai limiti, alle ragioni, alle possibilità residue, che lo spirito del tempo detta alla ragione. Ricerca, così intesa, è perciò la continua rimessa in questione dei propri programmi di lavoro, dei risultati acquisiti ed insieme del proprio giudizio sulla realtà”.

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