24.01.2013
Esposta a ravenna nelle vetrine del "private banking" della cassa una mostra su "anche l'uncinetto ha una sua storia"
La Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A. ospita temporaneamente, presso le proprie vetrine del “Private Banking” (ex Negozio Bubani) di Piazza del Popolo n.30, una particolare ed articolata Mostra su: “Anche l’uncinetto ha una sua storia”, promossa grazie alla collaborazione della ravennate Maria Rosa Cornazzani, animatrice, per passione, del Gruppo “Ric…amando”.
L’uncinetto, o ago uncinello, o ago torto, strumento a forma di asticciola, con la punta piegata a uncino, è nato forse nel XIII secolo. Di sicuro però si sa soltanto che era usato verso la fine del XV Secolo. Servì, almeno inizialmente, alla fabbricazione di guanti, berretti e camiciole di lana e, in seguito, nel XVI Secolo, di trine.
Le trine (o merletti, o pizzi) all’uncinetto, in gran voga anche sul finire del XVIII Secolo, si basavano su maglie a catenella, maglie basse e alte e punto Margherita (con i punti riuniti a ventaglietti) ed erano di vasto consumo nonostante lo scarso pregio artistico, per il prezzo alla portata di tutti. Non si può dire però che “l’ago uncinello”, come veniva chiamato un tempo, abbia avuto periodi di fama nella produzione delle trine. Questo nemmeno nel XVII e XVIII Secolo, due periodi commercialmente favorevoli, in quanto il prodotto del lavoro all’uncinetto è sempre risultato meno apprezzato di quello fatto con l’ago, con i fuselli o con il modano (ago a due crune). Se si vuole accennare all’epoca d’oro dell’uncinetto è necessario riferirsi al nostro tempo, semplicemente come fatto di moda se non di gusti.
Negli anni ’80, poi, la donna riscopre il punto croce e vengono riproposte enciclopedie e riviste specializzate. È il punto croce, che per la donna di oggi vuole disegni freschi, teneri o buffi, da realizzare nei pochi momenti di relax da dedicare a questo piacere ritrovato, così creativo, rilassante, appagante e così femminile.
Altro hobby con un pizzico di mistero, da realizzare solo con le mani, senza aghi, uncinetto o telaio è il macramé. Di origine araba, il suo nome vuole dire frangia e indica un tipo di annodatura facilissimo, sempre diverso e sempre divertente, per ricreare cose risalenti ad un tempo lontano.
A queste “tecniche”, che tanti appassionati coinvolge, l’esposizione ha voluto rendere omaggio.
La mostra sarà ospitata dalla Cassa fino al prossimo 6 febbraio.