10.09.2010
Dante09; il presidente antonio patuelli: il settimo centenario dantesco occasione storica per ravenna centro della cultura italiana in europa
Il Presidente del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna Spa, Antonio Patuelli, nella relazione introduttiva alla seduta di apertura di “Dante 09”, ha fra l’altro affermato che la prospettiva del settimo Centenario Dantesco (da prevedersi fra il settembre 2020 ed il settembre 2021) rafforza la candidatura stessa di Ravenna come capitale europea della cultura per il 2019: Dante, l’identità della lingua e della cultura italiana verrebbero così sottolineate fin dal 2019 come evento europeo.
“Dante 09” quest’anno, significativamente si apre - ha aggiunto il Presidente Patuelli - con un tema, “la lingua che cambia gli itialiani”, che è focalizzato anche all’imminente centocinquantenario dell’Unità d’Italia. Infatti la lingua e la cultura italiana sono il fondamento della nazione italiana che è esistita e si è sviluppata per secoli ancor prima dell’Unità d’Italia che ha patriotticamente completato e coronato lo spirito nazionale.
La lingua e la cultura italiana sono parte fondamentale dell’identità italiana e vi è, quindi, un chiaro filo logico che collega Dante, la lingua, la nazione italiana e l’Unità d’Italia.
La lingua italiana è elemento pulsante della cultura italiana nel confronto continuo con le altre culture del mondo. Ma il confronto è possibile fra identità, non fra confusioni.
Questa fase storica vede anche il rischio dell’imbastardirsi della lingua italiana con altri idiomi, il che il più delle volte non chiarisce, ma confonde. In particolare, nel mondo finanziario, il linguaggio imbastardito da termini estranei ha contribuito alla minore comprensione dei frasari economici. Più semplice e nitida è la lingua di Dante e di Luigi Einaudi, chiarissima nello spiegare nel modo più semplice i processi economici anche più complessi.
Quasi un secolo fa – ha ricordato il Presidente Patuelli - vi fu una forte mobilitazione in Italia ed anche all’estero (dove vennero costituiti diversi appositi Comitati) per il sesto Centenario della morte di Dante a Ravenna.
Benedetto Croce ebbe un ruolo centrale per la valorizzazione del sesto centenario della morte di Dante di cui Ravenna fu il centro nel 1921. In particolare la “legge Croce” del 1921 destinò non trascurabili risorse per l’ “adornamento della tomba di Dante in Ravenna”, per la sistemazione del recinto di Braccioforte in Ravenna”, per il “Comitato cattolico di Ravenna per i lavori della Cappella polentana in San Francesco”. Inoltre erano previsti contributi al Comune di Ravenna per il restauro e la sistemazione della Sala Classense, mentre non venivano trascurate risorse anche per restauri attinenti a Dante in Toscana ed in altri luoghi d’Italia.
La “legge Croce”, in un’Italia povera uscita da una guerra terribile, prevedeva uno stanziamento speciale di un milione duecentocinquantamila lire del 1921, equivalenti a circa un milione e centomila euro correnti. Si trattava di una cifra significativa, ma ben minore rispetto all’impegno assunto in questi anni dalla benemerita Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.
Il Sesto Centenario dantesco a Ravenna si sviluppò per un anno: iniziò il 14 settembre 1920, nel giorno anniversario della morte di Dante, un anno preciso prima della data centenaria. Il 14 settembre 1920 si svolse la visita ed il discorso di Croce a Ravenna, mentre oltre che a Ravenna, fervevano le iniziative dantesche in tutta Italia a cominciare da Roma dove il sindaco allora era proprio Luigi Rava. Lo Stato, inoltre, decretò festa nazionale il 14 settembre 1921, sesto centenario dantesco che venne commemorato solennemente anche a Ginevra alla Società delle Nazioni (progenitrice dell’ONU).
Ora – ha concluso il Presidente Patuelli - il nostro cammino è ancora lungo, ma con la convergenza di intenti di tutte le persone di buona volontà, l’auspicio è che Ravenna per un triennio, 2019 – 2020 – 2021, possa essere il centro di approfondimento e di sviluppo della cultura italiana in Europa e nel mondo.