15.10.2015
Dedicata al Jazz la nuova mostra al "Private Banking" della Cassa, a Ravenna
La Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A. ospita presso le proprie vetrine del “Private Banking” (ex Negozio Bubani) di Piazza del Popolo n.30, fino al 28 ottobre prossimo, una originale mostra su “Jazz: cos’è”, declinata in due sezioni; la prima realizzata grazie al collezionista ravennate Sergio Bianchini, esposti strumenti musicali, dischi, libri e poster d’epoca, l’altra dedicata alla memoria di Carlo Bubani, grande appassionato e cultore di jazz, allestita a cura del Liceo Artistico “Nervi – Severini” e di Jazz Network.
In particolare, il ricordo di Carlo Bubani vuole rendere omaggio ad un pioniere del genere, fu lui nel 1974 a fondare Ravenna Jazz, che nel 2016 terrà la sua 43° Edizione. E’ contestualmente dedicata a Carlo Bubani l’iniziativa “Pazzi di Jazz”, basata su incontri e laboratori nelle scuole di Ravenna e dintorni, che sarà conclusa da un concerto (con 250 giovanissimi in scena), il 2 maggio in Piazza del Popolo.
Jazz indica un insieme di generi musicali di origine afro-americana. L’etimologia più certa del termine “jazz” è jasi, che in dialetto africano significa “vivere ad un ritmo accelerato, sotto pressione” (Dizzy Gillespie).
L’Original Dixieland Jazz Band, orchestra di musicisti bianchi di New Orleans, utilizzò per prima (1917) la parola jazz nei suoi dischi.
All’inizio del XX secolo il jazz è rozzo, portatore di una pessima fama.
Musica del sud degli Stati Uniti, praticata in chiesa (gospel), nelle piantagioni di cotone (blues e canti di lavoro) e nelle case chiuse (ragtime).
Il jazz sopravvive alla crisi del 1929 ed è a partire dal 1930 che diventa moda con l’avvento delle grandi orchestre swing nelle sale da ballo e nel cinema.
Con la rivoluzione del be bop (1940), il jazz è al suo apogeo di popolarità.
Il be bop fu un esperimento originale, alimentato da un continuo variare di idee, novità e scuole d’avanguardia.
Il problema della diffusione della musica jazz si complica notevolmente procedendo nella seconda metà degli anni ’60. Ma è nell’era dello swing che il jazz perse le proprie connotazioni negre per trasformarsi in una gradevole musica destinata al consumo disimpegnato di un vasto pubblico giovanile. Un genere che ha espresso grandissimi artisti, capaci di suscitare forti emozioni.