25.06.2015
CAVATAPPI STRUMENTI DI..VINI / Nuova mostra al Private della Cassa
La Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A. ospita presso le proprie vetrine del “Private Banking” (ex Negozio Bubani) di Piazza del Popolo n.30, fino al 7 luglio prossimo, una originale mostra su “Cavatappi strumenti di…vini””, resa possibile grazie ad un collezionista di Ravenna, che espone piccola parte della sua ben più ampia collezione e che ha desiderato mantenere l’anonimato.
Ingegnosi inventori e valenti artigiani hanno fatto a gara nel creare un arnese fondamentale per aprire una bottiglia.
Vengono esposte presso le vetrine del “Private Banking” circa duecento cavatappi, differenziati per la meccanica di funzionamento, il materiale costruttivo, l’epoca, il tipo di servizio (da muro, per cameriere, per bottiglie di vino, per profumi e medicinali).
Negli anni ingegno e fantasia hanno creato cavatappi nelle forme e con meccanismi sempre più sofisticati.
Sono esposti in musei in Italia e nel mondo. Molti con oltre 1.500 esemplari, uno diverso dall’altro.
Nelle vetrine troviamo tre esemplari di cavatappi da “cameriere” fra i più belli, (sono quelli con verme pieghevole a serramanico e coltellino per togliere la capsula).
Sono inoltre esposti due cavatappi da banco e uno da muro e, nella confezione originale, alcuni esemplari scelti fra i migliori oggi in produzione, per eleganza o per tecnica innovativa (fuoriuscita del tappo mediante aria compressa).
Dopo la metà del ‘600, con l’uso di imbottigliare il vino, si diffonde la necessità di un oggetto capace di rimuovere il sughero, il cavatappi viene così ideato e modellato in innumerevoli modi.
Centinaia i brevetti, da quello del reverendo inglese Samuel Henshall, datato 1795, a quello del 1802 ad opera del conterraneo Edward Thomason. Il primo modificò la semplice vite di Archimede, applicata ad un manico in legno, aggiungendo un dischetto respingente che facilitava l’estrazione del tappo. Il secondo realizzò un vero e proprio meccanismo a due viti che permetteva l’espulsione ruotando il manico in un’unica direzione senza nemmeno scuotere la bottiglia (assai importante perché il vino contenuto nelle vecchie bottiglie presenta dei sedimenti).
Per questo reca il motto ”nec plus ultra”.
Da allora fu l’Inghilterra a detenere la leadership delle invenzioni, prodotti in serie dalle note fabbriche Lund, Heeley & son, Dowler, mentre il continente, soprattutto con Francia e Italia, eccelse nella ricerca estetica, quindi con una produzione più artigianale.