25.03.2025

Interessante convegno sull'intelligenza artificiale promosso a Ferrara dalla Cassa di Ravenna

‘L’intelligenza artificiale ci assicura grandissime potenzialità, in particolare nel campo della ricerca medica, ma è portatrice di grandi rischi: sta a noi governare questa rivoluzione, dando regole chiare e assicurandone l’applicazione, mettendo la persona e l’umanesimo al centro e la tecnologia al suo servizio’. Lo ha detto Antonio Patuelli, Presidente della Cassa di Ravenna, nelle conclusioni del convegno su ‘Intelligenza artificiale: prospettive e rischi’ promosso dalla Cassa di Ravenna e dalla Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna alla Sala Conferenze della Camera di Commercio in Largo Castello 6 a Ferrara. Il convegno è stato aperto dal Presidente della Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna Giorgio Guberti  ed ha visto gli interventi del Presidente del Gabinetto Scientifico-letterario Vieusseux di Firenze Riccardo Nencini, del professor Pierluigi Barrotta, docente ordinario di Filosofia della Scienza all’Università di Pisa e dell’Amministratore Delegato e Direttore Generale del CSE Consorzio Servizi Bancari Vittorio Lombardi.
‘Stiamo assistendo ad una “datificazione” progressiva e inarrestabile _ ha detto il Presidente Guberti _, che associata alla velocità oggi consentita dalle tecnologie digitali porta ad una concentrazione di informazioni, e quindi di potere, nelle mani di pochi soggetti (privati nel caso degli USA, o Governi, come nel caso della Cina), moltiplicando i fenomeni di disuguaglianza economica, sociale e cognitiva. E’ giusto quindi interrogarsi sulla necessità di garantire che questa tecnologia sia sviluppata e utilizzata in modo etico e responsabile. E’ giusto chiedersi ad esempio se ci possa essere la possibilità di promuovere, e in che modo, un nuovo modello di Intelligenza Artificiale, basato sui bisogni dei cittadini, che rispetti e valorizzi il fattore umano, un’Intelligenza Artificiale Sociale, che  possa essere definita un “bene pubblico digitale”.
Riccardo Nencini ha citato tra gli altri Paolo Benanti: ‘Rischiamo di essere vittime di un capitalismo della vigilanza, dopo il Covid: call, telefonini, messaggi senza confronto, rischiamo di tornare ad una economia medievale e di essere tutti asserviti al grande Data Lord’. Pierluigi Barrotta ha sorpreso i tantissimi presenti, tra i quali S.E. l’Arcivescovo di Ferrara e Comacchio Monsignor Giancarlo Perego ed il Vicario Generale dell’Arcidiocesi Monsignor Massimo Manservigi, rovesciando una percezione comune: ‘L’intelligenza artificiale non è poi così intelligente: associa semplicemente in modo meccanico assomiglianze per trarne delle conseguenze. Ma non senza pericoli. Nel classico dilemma del pilota automatico di un’auto che si trova di fronte la scelta se investire una bimba, un’anziana signora oppure schiantarsi contro un muro, il programmatore si trova di fronte ad una scelta etica che non gli compete e dalla quale dipende molto il nostro futuro’. Vittorio Lombardi ha ricostruito la storia della diffusione dell’intelligenza artificiale con le sue date chiave: ‘Il 1956 è stato l’anno in cui per la prima volta si è parlato di AI, ma le svolte furono nel 1998 quando per la prima volta l’Ibm riuscì a battere il campione del mondo di scacchi ed il 2022 quando il primo motore di intelligenza artificiale venne messo gratuitamente su internet. Ora la sfida è questa: usare l’AI come assistente per agevolare i lavori di tutti i giorni, senza lasciarle il potere di decidere per noi’.
Antonio Patuelli ha delineato il delicato confine tra regole e innovazione: ‘Normalmente _ ha detto _ le innovazioni precedono le regole: è successo per esempio con tv e radio libere, il cui caos venne progressivamente normato negli anni successivi al loro sviluppo. Per Internet questa fase di adeguamento è molto lunga ed incerta: e questo favorisce ogni tipo di crimine, dalla sostituzione di persona alla truffa, perché per chi li commette è più facile nascondersi e scappare, per non parlare del dark web che facilita la compravendita di armi, di persone, di droga, di pezzi di persone. Associati a potenzialità enormi ci sono quindi rischi altrettanto imponenti. In questo contesto il primo antidoto sono la consapevolezza e lo spirito critico. La settimana scorsa come Presidente dell’Abi ho firmato con il Ministro Piantedosi un protocollo per combattere le truffe che sempre più si consumano per mail o per telefono ai danni di anziani, deboli e di semplici ingenui, che stanno diventando fenomeno di massa. Ma il rischio non è solo questo. Il pericolo è anche quello dei grandi monopoli che le Big Tech, forti di masse enormi di dati, posso instaurare limitando la nostra libertà. Noi come banche tuteliamo con il massimo rigore e severità tutti i dati e sosteniamo che i dati della nostra vita debbano essere e restare una proprietà da custodire con grande attenzione senza cedere a chi, proponendo piccoli vantaggi, ci carpisce invece per sempre informazioni importanti di noi. Noi come banche per questo facciamo in pieno il nostro dovere e speriamo che ognuno faccia il proprio per tenere alto l’umanesimo, le sensibilità e lo spirito critico e limitare i pericoli della tecnologia lasciando che si sviluppo invece pienamente nei campi in cui è di grandissima utilità’.

Ferrara, 25 marzo 2025

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