13.12.2012

La strenna 2012 del gruppo cassa e della fondazione pubblica: "di tanti palpiti"

La strenna 2012 del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna, con tutte le Banche che ne fanno parte (oltre la Capogruppo Cassa, la Banca di Imola Spa, il Banco di Lucca e del Tirreno Spa), e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna pubblica, “Di tanti palpiti”, pregevole ricerca sui Teatri storici in Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Toscana e Lazio.
Il richiamo nel titolo al celebre “Tancredi” di Gioacchino Rossini, introduce al volume, curato dallo scrittore e giornalista Vittorio Emiliani, con il progetto editoriale dell’Editore Roberto Mugavero della “Minerva Edizioni”.
Il diciannovesimo volume della collana che si sta sviluppando da oltre 17 anni, costituisce la continuazione di precedenti pubblicazioni che hanno visto concorrere anche alla promozione dei filmati e dei volumi su “Ravenna, immagini del ‘900”, (che ha ottenuto il Premio Guidarello), “La Romagna della Via Emilia”, “La Riviera adriatica dell’Emilia Romagna”, “Bologna e la sua provincia, fra gli anni ’20 e gli anni ‘70”, “Lo sfondamento della Linea Gotica” e “La Ricostruzione: dalle distruzioni della guerra, alla rinascita dell’Italia”.


L’opera di quest’anno, aperta dalla prefazione di Antonio Patuelli, Presidente del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna Spa, di Lanfranco Gualtieri, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, di Alberto Domenicali, Presidente della Banca di Imola Spa e di Mario Miccoli, Presidente del Banco di Lucca e del Tirreno Spa, conduce nella descrizione dei teatri, della civiltà teatrale e musicale attraverso un viaggio nelle regioni e città d’Italia che maggiormente hanno concorso a tale civiltà, da ogni punto di vista: la Romagna e l’Emilia, Milano e la Lombardia, Ancona e le Marche, Lucca e la Toscana, Roma e il Lazio. Si parte dalla nascita dei teatri “all’italiana”, dai primi coevi con le stesse origini del melodramma fino alla fine dell’800, passando attraverso sale da musica neoclassiche fondamentali come la Scala di Milano e il Comunale di Bologna. Interessante l’introduzione storica generale sui teatri come elemento unificante sul piano culturale e anche su quello politico nel Risorgimento.
Poi alcuni contributi tematici, anch’essi di tipo generale, ma più specifici: gli architetti teatrali più importanti, i compositori più significativi del nostro melodramma, i direttori d’orchestra a cominciare da Angelo Mariani, primo direttore wagneriano (Ravenna), i cantanti lirici più acclamati, da Tamburini (Faenza), ai tenori Masini e Bonci, romagnoli, i cantanti pucciniani e mascagnani come Maria Farneti (Forlì) e Galliano Masini (Livorno), poi i grandi del Novecento, i tenori Gigli e Corelli, entrambi marchigiani, il basso ravennate Pinza, il primo a cimentarsi anche nel musical a New York, Bechi, Panerai e Del Monaco (Firenze, il terzo cresciuto e diplomato a Pesaro) poi Tagliavini e Tassinari (Reggio Emilia), Simionato (Forlì), Tebaldi, Bergonzi e Pertusi (Parma), Freni e Pavarotti (Modena), Ruggero e Gianni Raimondi (Bologna), ecc. Infine, una dettagliata descrizione architettonica, musicale e storiografica dei più importanti teatri storici, in particolare di quelli che più hanno contato e contano nella storia del melodramma italiano dal ‘600 al ‘900.
Insomma, un’esaltante carrellata che coinvolge la storia ed i territori della Romagna e dell’Emilia, della Lombardia e della Toscana, del Lazio e delle Marche.

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