28.11.2011

Successo del convegno ospitato nella sala bandini della cassa su: "l'industria saccarifera italiana dal 1872 all'epoca attuale"

Si è tenuto presso la Sala Bandini della Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A., organizzato dall’Accademia Nazionale di Agricoltura e dalla Associazione Classe Archeologia e Cultura, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, presente un assai partecipato e qualificato pubblico di addetti ai lavori, un interessante Convegno su: “L’industria saccarifera italiana dal 1872 all’epoca attuale”.
I lavori sono stati aperti dagli indirizzi di saluto dell’Assessore alle Attività produttive del Comune di Ravenna, Massimo Cameliani e del Direttore Agricolo della Soc. Eridania – Sadam, Mario Bimbatti.
Le articolate e approfondite relazioni sono state tenute dal Presidente del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A., Antonio Patuelli, da Sergio Bertuzzi, Presidente ANTZA Ferrara su: “Impatto e importanza sociale dell’industria dello zucchero in Italia”; da Sandro Canossa, ex Direttore di produzione della Soc. Eridania Z.N. di Genova su: “ La costruzione degli stabilimenti saccariferi italiani e il loro consolidamento”; da Riccardo Casoni, Direttore industriale della COPROB su: “Le riconversioni degli zuccherifici in generale, con particolare riferimento a quelli chiusi con la riforma OCM del 2006”; da Gian Pietro Venturi, Professore della Facoltà di Agraria a Bologna” e da Giovanni Tamburini, Presidente di Unionzuccheri e della Bonifica Renana su: “ La strada difficile della bieticoltura nell’epoca della globalizzazione”. I lavori sono stati coordinati e conclusi dal Presidente della Accademia Nazionale di Agricoltura, Giorgio Amadei.
Nel corso del Convegno sono stati approfonditi gli aspetti legati alla nascita e allo sviluppo dell’industria saccarifera italiana, a partire dallo zuccherificio di Classe, il primo grande impianto edificato nel territorio ravennate. L’idea fu vincente, perché la barbabietola da zucchero, coltura difficile, ma redditizia, migliorò le rotazioni colturali, stimolò l’affinamento delle tecniche di produzione e l’assorbimento di mano d’opera, allora soggetta a forte disoccupazione. L’industria zuccheriera fece il resto, con ulteriore aumento dell’occupazione, sia permanente che temporanea, e con una crescita di altre attività nell’ambito dei trasporti e del commercio. Fu un esempio che poi ebbe seguito con una vera epopea agro industriale nazionale, il cui risultato fu il conseguimento di una sostanziale autosufficienza di zucchero.
La vicenda bieticolo saccarifera ha avuto di recente una svolta drammatica con la cancellazione di grande parte dell’industria e della bieticoltura ed il pericolo ulteriore di una totale scomparsa della residua filiera produttiva. La possibile liquidazione di un’esperienza più che secolare ha voluto attraverso il Convegno indurre, pertanto, a serie e responsabili considerazioni sul futuro, in un mondo sempre più popolato, in cui la carenza di beni alimentari, tra cui appunto lo zucchero, può provocare forti rincari sui mercati e gravi squilibri economici nei paesi deficitari, com’è l’Italia.
Molto apprezzata anche la Mostra fotografica e storica documentaria, ospitata presso la Sala Bandini della Cassa, su: “L’Industria Saccarifera Italiana compie 200 anni”, dalla collezione di Alessandro Lazzari e un Esposizione della Mostra “Dulcis in fundo” realizzata da Fausto Stradaioli, Alessandro Lazzari, Claudio Cornazzani, Rossano Novelli e dal grafico Matteo Casadio di Ravenna. L’evento è stato ricordato anche da un annullo speciale delle Poste Italiane.

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