16.02.2010

Il presidente patuelli relatore alla coldiretti

Il Presidente del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna Spa, Antonio Patuelli, è intervenuto ieri pomeriggio, a Ravenna, presso la Coldiretti, ad un incontro promosso da Giovani Impresa Coldiretti di Ravenna, nell’ambito dell’iniziativa “Visti da vicino 2010”.
L’incontro è stato dedicato al tema “Economia e Credito: La crisi ed il credito necessario”.
Il Presidente Patuelli ha fra l’altro affermato che è passato più di un anno dal fallimento della Lehman, una delle più grandi banche del mondo e ciò consente di trarre degli insegnamenti da tenere in massimo conto anche nelle fasi di ripresa e sviluppo economico, in un mondo globalizzato ed in una società aperta che hanno anche favorito un eccesso di azzardi.


Innanzitutto occorre evitare che le imprese assumano rischi troppo elevati con capitali propri troppo limitati. La redditività è un indicatore della buona salute aziendale, ma non può essere realizzata con incalcolabili meccanismi di elevatissimo rischio che mettano a repentaglio la solidità dei patrimoni. Non debbono essere esagerati ed illimitati i premi per chi ha le maggiori responsabilità aziendali e deve assolutamente realizzare sempre un equilibrato e simultaneo sviluppo di redditività e solidità patrimoniale, evitando di ricercare la redditività a scapito della solidità patrimoniale non solo nel breve periodo. Non a caso la Cassa di Risparmio di Ravenna Spa ha continuato sempre a perseguire le regole fondamentali prudenziali del far banca. Per noi la solidità del patrimonio è un requisito fondamentale ed infinito, il rischio va sempre frammentato e limitato al massimo, il ROE non è un idolo, mentre le stock options (mai distribuite ad alcuno nella nostra banca e con l’esplicito statutario divieto di distribuirne) possono essere elementi di distorsione della sana e prudente gestione.


Il Presidente Patuelli ha inoltre osservato che sono senz’altro da favorire quelle proposte che puntano ad introdurre sgravi fiscali a favore delle piccole imprese che effettuino aumenti di capitale. Infatti, è una cronica carenza di tante piccole imprese, soprattutto italiane, la assai frequente sottocapitalizzazione che innesta negative conseguenze a catena fra cui le difficoltà di accedere più ampiamente al credito bancario che, indipendentemente dalle astratte aspirazioni e pubbliche dichiarazioni, continua ad essere regolato da norme rigorose e tassative che impongono una forte solidità e trasparenza nel rapporto fra imprese e banche.
L’incentivo fiscale per consolidare i patrimoni delle piccole imprese riuscirebbe ad innestare un prezioso circuito virtuoso per ampliare le possibilità di accesso ad ulteriori crediti per tali consolidate piccole imprese.

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