12.01.2013
Nuova esposizione al "private banking" della cassa su: "cappellaio in ravenna da 40 anni"
La Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A. ospita presso le proprie vetrine del “Private Banking” (ex Negozio Bubani) di Piazza del Popolo n.30, una particolare ed articolata Mostra su: “Cappellaio in Ravenna da 40 anni”, omaggio a Roberto Manzoni che con la “Cappelleria Inglese” di via Gordini 3, a Ravenna, festeggia il suo 40° compleanno di attività, piacevole occasione per riportare i cappelli in piazza del Popolo nelle vetrine della Cassa Di Risparmio di Ravenna, che già furono dell’antica Cappelleria Bubani.
Dopo un breve periodo di apprendistato all’inizio del 1973, Manzoni rileva l’attività dell’antica cappelleria Gondolini.
Nel 2000 rileva anche la storica cappelleria Minghetti, posta sotto le antiche logge del Pavaglione a Lugo, attività esistente sin dal 1870, che viene riconosciuta idonea all’iscrizione al registro delle imprese storiche della Camera di Commercio d’Italia; inoltre, entrambi i punti vendita, vengono iscritti all’albo delle Imprese Storiche dell’Emilia Romagna.
Rispettoso delle tradizioni e legato al proprio territorio, affianca all’iniziativa commerciale l’impegno sociale, la passione per l’arte e quella per i libri.
L’insegna “Cappelleria Inglese” che appare sul negozio fu realizzata nel 1912 dalla famosa impresa Galassi di Ravenna; rimasta nascosta dal 1920 dietro gli armadi del vecchio negozio Matteucci di via Cairoli in Ravenna, è stata finalmente recuperata e restaurata e riportata al suo ruolo.
Tutti i cappelli esposti in questa mostra, modelli rarissimi o addirittura unici, fanno parte della importante collezione privata di Roberto Manzoni.
La collezione, frutto di tanti anni di ricerca e di studio, è spinta dalla passione e dalla curiosità di Manzoni per questo particolare settore dell’abbigliamento; impegnato da sempre nella difesa del made in Italy ha privilegiato nella sua attività i prodotti creati dalle abili mani degli artigiani italiani. Poche le eccezioni: i cappelli inglesi e irlandesi e i berretti del Belgio che rappresentano l’eccellenza in questo settore.
Quello di coprirsi la testa è un uso antico, anzi antichissimo se già nel periodo neolitico l’uomo usava lunghi cappelli di paglia per ripararsi dal sole. Ma è alla fine del XIV Secolo che il copricapo con tesa fa il suo trionfale ingresso in società. Nasce il cappello, ed è proprio quando si passa dalla semplice funzione di coprire a quella estetica che si può cominciare a parlare della cultura del cappello.
La mostra, tutta composta di pezzi unici, sarà esposta fino al prossimo 25 gennaio.