02.12.2008

Dedicato ad alfredo celotti il tradizionale calendario artistico del 2009

E’ dedicato ad Alfredo Celotti (Ravenna, 23 marzo 1898 – 10 agosto 1991) il tradizionale calendario artistico del 2009 promosso dalla Cassa di Risparmio di Ravenna Spa e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.
La presentazione di Franco Gàbici delinea un profilo biografico dell’artista ravennate, esempio di pittore self made man, formatosi artisticamente ritagliandosi spazi all’interno del suo lavoro di decoratore e di restauratore di mobili antichi, dal quale si evince lo straordinario amore per la sua Ravenna e la poliedrica personalità dell’artista, umile, coerente, cosciente della sua “naiveté”. In particolare, merita di essere ricordato il suo prezioso lavoro in Città, tanto che l’opera di cui forse andava più fiero erano i restauri delle decorazioni del Palazzo Rasponi (poi Spalletti), un lavoro che all’epoca venne elogiato dalla Soprintendenza ai monumenti.
Già all’età di tredici anni cominciò a dipingere e la sua pittura dal “carattere generale di malinconia e di quiete” lo portò alla “conquista progressiva di una luce interiore come compensazione e gratificazione ai nembi dell’esistenza”, và ricordato infatti come fin dalla tenera età Celotti condivise con nove fratelli la fatica di vivere. La sua bottega, riprodotta nelle tavole del calendario, nella antica Chiesa di Santa Barbara, in affaccio sulla Via di Roma, all’angolo con la piazzetta di Sant’Apollinare, è stata per tanti anni anche il suo personale atelier.
La consapevolezza di non aver frequentato scuole regolari o accademie contribuì a far crescere in lui quel pudore artistico che lo avrebbe spinto ad esporsi al giudizio del pubblico solamente a settant’anni di età. Risale infatti al 1968 la sua prima “personale” alla Camera di Commercio e da quella data Celotti, come rinato a una nuova gioventù, cominciò ad uscire dal suo guscio per trovare, come scrive Lino Cavallari, “un ordine giovevole a sé e alla prosecuzione del suo lavoro nel lascito spirituale che si compendia in un ingentissimo numero di dipinti, bozzetti, acquerelli e pastelli”.


Il calendario raccoglie dodici riproduzioni a colori di opere tra le più significative dell’autore che, come evidenzia Gàbici nella presentazione, sono il frutto del pennello di Celotti il quale “riesce a cogliere la poesia dei paesaggi immersi nel silenzio, una dimensione a lui congeniale che riflette l’umiltà e l’onestà che hanno sempre caratterizzato la sua vita”.

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