02.12.2013
NUOVA ESPOSIZIONE AL "PRIVATE BANKING" DELLA CASSA A RAVENNA SU "LE TOBY JUG"
La Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A. ospita presso le proprie vetrine del “Private Banking” (ex Negozio Bubani) di Piazza del Popolo n.30, fino al 12 dicembre prossimo, una particolare mostra su “Le Toby jug, le brocche Toby”, esposizione realizzata appositamente e promossa grazie alla collaborazione con il collezionista ravennate Carlo Gismondi.
Le brocche “Toby” sono apparse in uso nel Regno Unito fin dal 18° secolo. Sono state poi riprese dalla ditta inglese Doulton nel 19° secolo, che ha sviluppato l'idea in una serie di brocche di “carattere”, che raffigurano personaggi di varie estrazioni. Nel tempo le “Toby” sono diventate oggetti da collezione e hanno mantenuto un cospicuo valore nelle vendite all'asta. Nessuno sa veramente perché sia stata chiamata Toby, anche se si pensa che l’origine del nome risalga a Sir Toby Belch, un personaggio di Shakespeare ne “La dodicesima notte”. Per altri potrebbe essere tratto da una canzone popolare nel 1761 dal titolo The Brown Jug, dove si parla di un ubriacone dal nome di Toby Fillpot. La ditta inglese Doulton ha prodotto brocche Toby in modo tradizionale dal 1815, ma nel 1920 Harry Simeone vi ha aggiunto nuovi colori. Questo ha ispirato Charles Noke, un artista della Doulton, a ripensare la tradizionale brocca Toby. Egli immaginò una brocca più colorata e alla moda raffigurando la testa e le spalle di un personaggio anzichè la figura intera. Aveva in mente personaggi inglesi delle canzoni, della letteratura, della storia e della leggenda.
Ci sono voluti quasi dieci anni per essere soddisfatti dagli standard di progettazione e produzione, ma nel 1934 è stata lanciata la prima brocca “carattere”. E 'stato durante il 1950 che le impugnature raggiunsero il massimo della creatività quando Max Henk fu coinvolto nella produzione. Il suo Long John Silver aveva un’impugnatura a forma di pappagallo e per fedeltà al libro di Louis Stevenson, L'isola del tesoro, non aveva la benda sull'occhio. Le impugnature in sostanza dicevano qualcosa in più sul personaggio raffigurato. Il recente London Bobby ha sia un fischio che il Big Ben. Il Beefeater, la guardia che custodisce la Torre di Londra introdotta nel 1947, portava la sigla GR sul suo manico che sta per George Rex; nel 1953, quando la Regina Elisabetta II salì al trono, questa sigla è stata cambiata in ER, che sta per Elisabetta Regina. Lo stesso soggetto quindi può appartenere a produzioni diverse e distinguersi per dettagli che non sfuggono agli occhi degli esperti collezionisti. Le “Toby jug” esposte in questa vetrina, appartengono al ravennate Carlo Gismondi. Cercare di capire che cosa spinge una persona a diventare collezionista di un determinato oggetto è sempre impresa piuttosto ardua, ma fatto sta che il nostro ravennate, quando ancora viaggiava per ragioni di lavoro, incontrò un importatore di whisky che possedeva alcuni esemplari di Toby jug. Colpito dalla originalità e dal messaggio gioviale di queste caraffe, ne acquistò alcune che andarono subito a rallegrare un angolo della sua casa. Da allora, quando nei suoi spostamenti passava davanti a qualche vetrina dove erano esposti lavori in ceramica, Gismondi osservava attentamente il materiale esposto alla ricerca di queste insolite caraffe. Così, nei viaggi di lavoro, le vetrine di alcune città diventarono mete obbligate e la famiglia delle “Toby jug” nel tempo è cresciuta e ha superato le cinquanta unità.