18.10.2013

NUOVA ESPOSIZIONE AL "PRIVATE BANKING" DELLA CASSA A RAVENNA SU "PIERO STRADA: UN POETA DEL FERRO"

La Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A. ospita presso le proprie vetrine del “Private Banking” (ex Negozio Bubani) di Piazza del Popolo n.30, fino al 30 ottobre prossimo, una particolare mostra su “Piero Strada: un poeta del ferro”, esposizione realizzata appositamente e promossa grazie alla collaborazione con l’artista e collezionista ravennate.
Piero Strada è nato a Ravenna in un borgo di operai e braccianti e vive e lavora tuttora in questa città. Nel 1945 cominciò a lavorare presso un meccanico di biciclette dove imparò a saldare il metallo. Durante il servizio militare ebbe a disposizione una biblioteca che gli consentì di dedicarsi alla lettura e di iniziare un percorso di cultura che non gli era stato possibile in precedenza. Al ritorno trovò lavoro presso l’Officina Beltrami, dove consolidò la sua esperienza di saldatore e apprese quella di battilastra e cominciò a dar vita alle prime opere, ancora di sapore artigianale, quali lampadari e appendiabiti. Nel 1957 si occupò del restauro delle edicole sacre della Diocesi di Ravenna e questa esperienza fece emergere in lui la passione per l’arte del ferro battuto. Sentì il bisogno di affinare le sue conoscenze e nel 1960 frequentò i corsi dell’Istituto Professionale per il disegno e la pittura sotto la guida del professor Verlicchi. Fu anche l’occasione per l’incontro di due artisti della lavorazione del ferro: Augusto e Mauro Bartolotti. Ha inizio così un periodo di formazione che porta Piero Strada ad una graduale trasformazione, da pregiato artigiano a raffinato artista. Comincia a frequentare amici coi quali condividere la passione per l’arte e a visitare gallerie, rassegne e musei, che lo arricchirono di esperienze formative come quella di un viaggio a Parigi con gli allievi dell’Accademia. Le sue mani cominciarono così ad esprimere attraverso il ferro forme che trovavano ispirazione nella mitologia greca, nel Medioevo, nel Rinascimento, ma anche nel mondo della natura e dei sentimenti umani.


All’inizio Piero Strada ha prodotto opere modellando la lamiera e lavorando a sbalzo le lastre di ferro; poi sperimenta il metallo pieno con apporto di materia con l’elettrodo. Nelle sue lavorazioni comincia ad usare anche il bulino imprimendo al metallo una sorta di tatuaggi, tecnica che diverrà via via più frequente. Dal 1995 talvolta compare nelle sue opere anche il vetro, un influsso sicuramente derivato dall’osservazione delle vetrate delle cattedrali gotiche di Chartres; anche il sasso è un componente frequente nei suoi lavori. L’artista attribuisce a questi tre elementi un ruolo determinante nel percorso che l’uomo ha fatto per la sua evoluzione culturale, artistica e architettonica.


Le opere di Piero Strada hanno un impatto comunicativo verso chi le osserva, ognuna è un racconto, una visione legata a qualche storia letta o a qualche emozione vissuta e l’artista crea col ferro ciò che la sua mente gli ha dettato. La materia si anima così di contenuti che trasmettono suggestioni al mondo interiore di un osservatore e soggetti mitologici o del presente, si esprimono con lo stesso linguaggio, un linguaggio senza tempo come quello dei poeti.
A questa straordinaria opera dell’ingegno e della raffinata manualità artistica l’esposizione, ospitata dalla Cassa, ha voluto rendere omaggio.


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