19.09.2013

NUOVA ESPOSIZIONE AL "PRIVATE BANKING" DELLA CASSA A RAVENNA SU "LA BOTTEGA DEL BARBIERE"

La Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A. ospita presso le proprie vetrine del “Private Banking” (ex Negozio Bubani) di Piazza del Popolo n.30, fino al 1 ottobre prossimo, una particolare e assai articolata mostra su “La bottega del barbiere”, esposizione realizzata appositamente e promossa grazie alla collaborazione con Livio Fantinelli che ha gentilmente concesso parte della sua ben più ampia collezione privata.


Livio Fantinelli nasce a Vecchiazzano, in provincia di Forlì l’11 maggio 1937. Nel 1940 si trasferisce a Ravenna; rimasto orfano di guerra, a dodici anni si avvia al mondo del lavoro come “ragazzo di bottega” presso il Barbiere di Roncalceci, Pietro Ragusi, che per Livio è stato maestro d’arte e di vita. Dopo aver fatto l’apprendista in varie botteghe, negli anni ’60 apre il suo primo negozio di barbiere in via Sant’Alberto.
In quegli anni Livio Fantinelli comincia a raccogliere da rigattieri, collezionisti, mercatini e colleghi, pezzi e cimeli dell’Arte del Barbiere. Crea nel proprio negozio quello che ama definire il “mio museo”, esponendo strumenti di un mestiere che vede le proprie origini fin dai tempi degli Egizi in cui il barbiere era anche colui che operava, incideva o toglieva i denti, per passare agli Etruschi, all’antica Grecia e fino ai giorni nostri.


All’esterno della sua attuale attività di barbiere, presso la Galleria Diaz, fa bella mostra la tipica insegna luminosa della bottega del barbiere: la colonnina cilindrica che ruota su se stessa illuminandosi. L’arricciabaffi, il ferro per capelli, la spazzola rotante, i calendari profumati e i piatti da barbiere sono alcuni degli oggetti storici di questo mestiere dimenticati nel tempo ma che vivono ancora oggi in questa bottega-museo dove farsi la barba è ancora un rituale d’altri tempi, da assaporare con calma sulle poltroncine originali del 1928.


Livio Fantinelli è un esempio non comune di passione per un mestiere che svolge da 64 anni. Nel mettere a disposizione parte del “suo museo” per le vetrine del “Private Banking” non ha voluto celebrare se stesso, ma promuovere un sogno: spera di richiamare l’attenzione delle Associazioni di categoria e di sensibilizzare le Autorità competenti sul territorio, sulla opportunità di realizzare nella nostra città l’allestimento di un museo stabile dei mestieri, per mantenere viva la storia del lavoro e della sua evoluzione nel tempo. Sarebbe sicuramente un contributo di interesse generale per una città che ambisce ad essere “Capitale Europea della cultura” per l’anno 2019.
A questa storica attività la Mostra, ospitata dalla Cassa, ha voluto rendere omaggio.

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